domenica 24 ottobre 2010

3- Il vincolo sportivo: un’anomalia italiana

Prima di entrare nel vivo di questa storia, devo parlare del cosiddetto “vincolo sportivo”.
Il vincolo sportivo esiste solo in Italia. Consiste in un legame indissolubile, a tempo indeterminato o variamente determinato ma sempre irragionevole, fra l’atleta e la società di appartenenza con la facoltà di scioglimento concessa solo a quest’ultima. Per effetto di detto vincolo, il trasferimento ad altra società è impossibile. Se tu non vuoi più giocare per quella squadra, insomma, puoi solo smettere di giocare.
Il vincolo sportivo viola le seguenti norme:
L’ Art. 1 della Legge 23 Marzo 1981 n. 91 che recita :
" l'esercizio dell'attività sportiva, sia essa svolta in forma individuale o collettiva, sia in forma professionistica o dilettantistica è libero".
L' Art. 18 della Costituzione che recita
" I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente senza autorizzazione per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale... "
Il Comma 2 dell' Art. 24 del Codice Civile che recita :
"L'Associato può sempre recedere dall' Associazione [ 1373 c.c. ] se non ha assunto l'obbligo di farne parte per un tempo indeterminato..."
L’' Art. 20 della Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo del 1948 che recita:
"Nessuno può essere costretto a far parte di una associazione... "[ Cassaz.Civ. , Sez. 1, 14 del 1997, n. 4244 in Mass. giur. lav. 1998,18 ]

Da anni si parla di abolirlo ma di fatto è stato abolito solo per i professionisti, cioè per quella ristretta e privilegiata categoria che trae il proprio sostentamento dall’attività sportiva. Si è ritenuto, insomma, che l’unico diritto del giocatore sia di scegliere il proprio interesse economico. Tutto il resto – serenità, entusiasmo, soddisfazioni – non contano nulla per il legislatore sportivo.
La FIGC (Federazione Italiana Gioco Calcio) il 14 maggio 2002 ha soppresso il vincolo a vita, limitandolo al compimento del 25° anno di età. Nel comunicato, la FGIC parla apertamente di come tale norma abbia purtroppo portato a situazioni fuori della legalità, con conflitti di interesse soprattutto a livello regionale e a denunce per tentata estorsione.
Altre federazioni l’hanno seguita. Il regolamento della FITET (Federazione Italiana Tennis Tavolo) limita ora il vincolo sportivo al compimento del 21° anno di età.
Fino a quel momento, un bambino o un ragazzo (perché di loro stiamo parlando, non dimentichiamolo mai) può andare a giocare per una squadra solo ed esclusivamente se la squadra che detiene il suo cartellino – cioè che l’ha tesserato – gli firma il nulla osta.

Quindi, nell’estate del 2005, il TennisTavolo Angera – che da poco aveva cambiato compagine sociale, rilevato e rilanciato da cinque papà entusiasti e appassionati ma ancora un po’ sperduti nei meandri dei regolamenti federali – firma il Nulla Osta per concedere in prestito annuale il giocatore Jason Davide Luini, di anni 14.
E’ il padre di Jason, Roberto, nella sua qualità di segretario del TTA, a spedire tale Nulla Osta alla Fitet Lombardia (che ha gestito i tesseramenti fino al 2007) e a consegnarne personalmente una copia al signor Nicola D’Ambrosio, presidente del TT Pieve Emanuele e allora consigliere della medesima Fitet Lombardia.
Roberto non immagina certo in quel momento di aver sbagliato la procedura.
Nessuno glielo dice e nessuno glielo dirà.

Bibliografia sul vincolo sportivo

http://www.rdes.it/riv1_moro.pdf

5 commenti:

  1. Inizio a sentire l'inconfondibile maleodore della burocrazia...

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  2. Burocrazia ma anche tanta, tanta malefede e scorettezza, a partire dall'assurda legge italiana. Deve cambiare, è inaccettabile.
    Com'è inaccettabile la bruttezza del mondo sportivo dal quale ho tirato via mio figlio a 7 anni, stanca di vederlo piangere, vederlo umiliato da chi dovrebbe amare lo sport e i bambini, stanca delle gradinate piene di genitori chi urlavano commenti edificanti del tipo "dagli un calcio sugli stinchi allo stronzo, devi segnare o ti ammazzo". I giocatori avevano una media di 6 anni vorrei precisare.
    Jane

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  3. è uno schifo che in italia un ragazzo che ama uno sport nn possa praticarlo perche degli stupidi adulti per ripicche da bambini glielo impediscono....dovrebbero capire che fanno del male a jason e basta! lui ama qst sport e ha sempre messo se stesso per migliorare e per la sua squadra e è giusto che abbiano rispetto di lui!

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  4. penso anch'io che questo vincolo non abbia motivo di esistere per periodi superiori a uno o due anni. Non me ne spiego i benefici ne per le società ne per gli sportivi

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  5. Mi raccomando non mollare!
    Solo chi ha la forza di lottare puo' fare la differenza e cambiare le cose.
    Un bacio.
    Barbara

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