mercoledì 24 novembre 2010

Epilogo


Sabato 20 novembre si è tenuto a Roma il Consiglio Federale. Tra le questioni all'ordine del giorno il ricorso di Jason. 
Sabato sera siamo stati informati che il consiglio aveva respinto l'istanza di mio figlio in quanto non ha ritenuto sufficienti le motivazioni. Contemporaneamente, ci veniva richiesto di rimanere in attesa, in quanto era intenzione del Consiglio Federale richiedere in via "bonaria" lo svincolo di Jason.
Eravamo a cena dai nostri amici, e lì siamo rimasti, in un ambiente caldo, con il camino acceso. Poi, da soli a casa, ci siamo guardati negli occhi. E abbiamo dormito male. Con un senso profondo di disagio.
Domenica mattina, verso le 11, una telefonata ci informava che il Consiglio aveva ottenuto quanto richiesto e cioè che nel momento in cui la sentenza del Consiglio fosse stata pubblicata ufficialmente sul sito Fitet, il signor D'Ambrosio avrebbe concesso il nulla osta.
Ho reagito come qualunque persona di normale intelligenza reagirebbe. Ho detto a mio marito che il presidente del Pieve ne sarebbe uscito alla grande, con la ragione ufficiale dalla sua e facendo il gesto magnanimo.
Mi sbagliavo.

Ieri è apparso sul sito il verdetto. Eccolo:
“Jason David Luini – Richiesta di svincolo per disagio ambientale
In ordine alla richiesta presentata da parte dell’atleta Jason David Luini tendente alla dichiarazione di sussistenza di gravi motivi di disagio ambientale e di disagio tecnico e della conseguente richiesta di svincolo anticipato dalla ASDTT PIEVE EMANUELE ai sensi dell’art.15.3 lett. c) del Regolamento Organico, il Consiglio ha rilevato che la gravità di questi disagi dichiarati non sia tale da concedere lo svincolo previsto dal Regolamento sopramenzionato.
Pertanto delibera di respingere il ricorso presentato dall’atleta Jason David Luini”.

Roberto ovviamente si informa sul seguito. Gli viene risposto che avrebbe ricevuto una mail dal presidente del Pieve e che solo dopo la sua risposta sarebbe stato concesso il nulla osta.
La mail arriva di lì a qualche minuto.
La casella è quella della società e non c'è nessuna firma. Ma non ce n'è bisogno. Eccola:

"La società si sente soddisfatta dalla sentenza emessa del Consiglio Federale.
Mai persone si sono dimostrate peggiori di voi.
Ultimo gesto sarà quello di toglierci definitivamente dai piedi delle persone che si sono dimostrate degli ingrati nei confronti di che gli ha fatto solo del bene.
Inoltrami la richiesta di nulla-osta e sarà un enorme piacere cancellarti dall'elenco dei nostri tesserati in quanto voi non siete degni di appartenere ad una società come Pieve Emanuele".

Roberto naturalmente risponde solo con il nome della società a cui inviare il nulla osta. Non firma nemmeno lui, e se me l'avesse chiesto gli avrei detto di firmare.
Stamattina finalmente abbiamo la conferma definitiva: il nulla osta è pervenuto. Jason è libero!

Ma non è ancora finita.
Il presidente del Pieve pubblica una nota sul sito ufficiale della società.
Confesso che sono rimasta allibita. Al posto suo, non mi sarei persa il vassoio d'argento che mi veniva offerto. Avrei applaudito alla sentenza che mi dà ragione e avrei detto che però ritengo giusto lasciare andare il ragazzo. In questo modo in molti si sarebbero chiesti se per caso questi Luini non avessero esagerato.
Ma ci sono persone incapaci di controllare la propria rabbia e così è la rabbia che controlla loro.
Il signor D'Ambrosio evidentemente è una di queste. Non solo definisce mio figlio, ancora una volta, un bambino, sottintendendo una negatività. No, non si accontenta: definisce mio marito uno che fa la figura del "povero stolto". Chiarendo, caso mai qualcuno non ne fosse ancora convinto, come si permette di considerare e trattare le persone.

Ora, io voglio passare sopra a tutto quanto tranne una cosa, doverosa perché ci sono di mezzo altre persone. Cioè gli allenatori e i giocator del Pieve. Guardate, il presidente parla di "società", dice "noi", ma è un plurale majestatis: intende se stesso. 
Io invece credo che una società la facciano coloro che giocano e coloro che allenano. E so con certezza che chi milita nel Pieve Emanuele conosce la verità e lo ha già dimostrato nei tuttora ottimi rapporti con il loro ormai ex compagno Jason Luini. Non abbiamo mai avuto nulla contro la squadra del Pieve Emanuele, anzi: mio figlio mi ha confidato una settimana fa che quella maglia se l'è davvero sentita addosso.
Nel momento in cui questa vicenda si chiude, vorrei ribadire la nostra gratitudine e la nostra stima per tutti quelli che hanno lavorato con Jason.

Per noi la vicenda si chiude qui. Il ricorso per tesseramento irregolare di minorenne sta proseguendo il suo iter, a quanto ne so c'è già stato il deferimento.
Piano piano il disagio profondo che questa storia ci ha messo nell'anima si stempererà.
Il nostro scopo – vedere Jason di nuovo sereno e rivederlo giocare – è raggiunto. Non nella maniera limpida in cui speravamo, certo, ma per una volta, concedetemelo, quel che conta è il risultato finale.

Un grazie di cuore per averci sostenuti. Non lo dimenticherò. 

4 commenti:

  1. Le guerre lasciano sempre feriti da ambo i lati e dolore... ma si possono solo perdere o vincere, tertium non datur e tu, Lilli, hai vinto. Hai vinto per l'umiltà di ammettere un pizzico di ingenuità iniziale, per la tenacia di combattere senza armi, per l'amore verso Jason, hai vinto perchè hai creduto di poterlo fare. Non era affatto scontato, non era affatto facile. Salva gli insulti, ma sorridine, sono gli schiamazzi di uno sconfitto e poi... gira pagina. Lo avete strameritato.

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  2. Aggiungo che il primo commento su questo blog ha data 25.10.2010 e tu avevi scritto che volevi "rompere almeno un mattone del muro"...

    Oggi è il 25.11.2010... E' passato un solo mese e il muro è crollato su chi l'aveva edificato (abusivamente). Hai fatto un miracolo, Lilli. Quando percepirò in qualcuno lo scetticismo di fronte ad una qualche impresa, racconterò questa storia... Grazie a te.

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  3. In che società giocherà adesso Jason?
    può iniziare a giocare da subito?

    un saluto a tutta la famiglia e esprimo congratulazioni per la fine della vicenda

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  4. voglio solo esprime la mia solidarità nei confronti della famiglia Luini.
    non ero a conoscenza di questa vicenda in quanto non seguo il tennis tavolo ma sono un abitante di Pieve Emanuele, che, segue la piccola società di Basket del paese con l'unico intento di far giocare i ragazzi a questo gioco senza particolari velleità sportive. Purtroppo e ribadisco purtroppo dobbiamo convivere nell'utilizzo degli spazi e delle palestre con il TTavolo, nessun problema ovviamente se non nel dover gestire in modo educato l'arroganza e prepotenza del presidente (con la "p" minuscola) di questa società che a mio modesto avviso non aiuta a promuovere lo sport (qualunque esso sia) come momento di crescita, ma insegue solo il suo personale ego a discapito di tutto e tutti.

    maurizio

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